UNIVERSITA' E SALUTE MENTALE: SEMPRE PIU' STUDENTI RICHIEDONO UN SUPPORTO PSICOLOGICO
- dott.ssa Alessia Biggio
- 4 giu
- Tempo di lettura: 5 min
Negli ultimi anni, si è registrato un aumento significativo di studenti universitari che si rivolgono ai servizi di supporto psicologico. Questa tendenza, osservata in Italia e in molti Paesi, riflette una crescente consapevolezza dell’importanza della salute mentale e della necessità di prendersi cura del proprio benessere emotivo in una fase della vita particolarmente delicata.
L’università: un momento di crescita, ma anche di vulnerabilità
L’ingresso nel mondo universitario rappresenta molto più di un passaggio accademico: è un vero e proprio rito di passaggio verso l’età adulta. Nuove responsabilità, cambiamenti relazionali, pressioni accademiche e decisioni importanti per il futuro si sommano spesso all’allontanamento dal contesto familiare. Questo carico può generare disagio psicologico, spesso silenzioso.
Secondo il Rapporto 2023 dell'Associazione Italiana per la Salute Mentale negli Atenei (AISMeA), oltre il 30% degli studenti universitari italiani ha dichiarato di aver sperimentato sintomi significativi di ansia o depressione negli ultimi 12 mesi. E oltre il 25% ha espresso la necessità di un supporto psicologico, ma solo una parte di questi ha poi avuto accesso concreto a un percorso di aiuto.
A livello globale, un’ampia indagine condotta dalla World Health Organization (WHO) e pubblicata nel 2022, ha evidenziato che circa 1 studente universitario su 3 manifesta sintomi compatibili con un disturbo mentale diagnosticabile, con l’ansia e la depressione tra i più diffusi.
Le principali difficoltà riportate dagli studenti universitari
1. Ansia e stress da prestazione
L’università può trasformarsi in un ambiente altamente competitivo, dove gli studenti si sentono sotto pressione per ottenere buoni voti, terminare gli studi nei tempi previsti o non deludere le aspettative di genitori e insegnanti. Questa pressione può tradursi in insonnia, attacchi di panico, blocchi nello studio e una costante paura di fallire, alimentando un ciclo di stress cronico. Uno studio condotto da UniTrento (2022) ha rilevato che circa il 47% degli studenti sperimenta sintomi ansiosi durante la sessione esami, e il 19% manifesta sintomi compatibili con un disturbo d’ansia generalizzato. La pressione per riuscire, la paura del giudizio e l’autocritica sono fattori ricorrenti.
2. Umore depresso e senso di demotivazione
Alcuni studenti riferiscono una perdita di interesse verso lo studio e la vita quotidiana, difficoltà a trovare un senso nel proprio percorso, e momenti di profonda tristezza o apatia. Il rischio è che questo stato emotivo venga scambiato per “pigrizia” o “scarsa forza di volontà”, mentre spesso si tratta di segnali di una depressione che richiede attenzione e ascolto. Secondo una ricerca condotta su 9 atenei italiani da Sapienza Università di Roma e pubblicata su Frontiers in Psychology(2023), il 28% degli studenti mostra livelli moderati o elevati di sintomi depressivi, con ricadute sulla motivazione allo studio, la cura di sé e la progettualità personale.
3. Difficoltà relazionali e isolamento sociale
Costruire nuovi legami può essere faticoso, soprattutto per chi è timido, introverso o proviene da contesti molto diversi da quelli in cui si ritrova. Alcuni studenti non riescono a integrarsi, altri sperimentano conflitti nei contesti di convivenza (colleghi di stanza, coinquilini) o nelle relazioni affettive. Il senso di solitudine può diventare acuto, e talvolta invisibile agli occhi degli altri. Il Censis (2021) ha evidenziato che quasi il 40% degli studenti fuori sede dichiara di sentirsi frequentemente solo, specialmente nei primi due anni del percorso universitario.
4. Crisi legate all’identità e all’autostima
L’università è anche il tempo delle grandi domande esistenziali. “Chi sono?”, “Qual è il mio posto nel mondo?”, “Sto facendo la scelta giusta?” sono interrogativi comuni. Per alcuni, queste domande diventano fonte di ansia o di paralisi decisionale, soprattutto in un mondo che spesso richiede risposte rapide e certezze. In un sondaggio nazionale promosso da AlmaLaurea nel 2022, più del 30% dei laureandi ha dichiarato di provare incertezza rispetto alla propria identità personale e professionale, segnalando un senso di disorientamento rispetto al proprio futuro.
5. Problemi legati al sonno, all’alimentazione e all’uso di sostanze
L’adattamento a un nuovo stile di vita può alterare le abitudini fondamentali. Dormire poco o male, alimentarsi in modo irregolare, abusare di caffeina, alcol o sostanze stupefacenti possono diventare strategie disfunzionali per gestire l’ansia o la fatica. In alcuni casi, possono nascondere disturbi più complessi come disturbi del comportamento alimentare o dipendenze. Un’indagine del Centro Nazionale Dipendenze e Doping (ISS, 2023) ha evidenziato che tra gli studenti universitari:
il 35% riferisce disturbi del sonno frequenti;
il 21% ha un rapporto problematico con l’alimentazione;
il 18% fa uso occasionale o regolare di sostanze per fronteggiare stress e fatica mentale.
6. Tematiche legate all’orientamento sessuale o all’identità di genere
Per molti studenti, l’università è anche il momento in cui si aprono con maggiore consapevolezza alle dimensioni della propria identità sessuale o di genere. Questo percorso di autoesplorazione, se vissuto in ambienti non accoglienti o in contesti familiari rigidi, può diventare molto doloroso, portando a sensi di colpa, isolamento o difficoltà a esprimersi autenticamente. Secondo il report “Vivere l’università da persone LGBTQ+” realizzato da Arcigay e LINK-Coordinamento Universitario (2022), oltre il 45% degli studenti LGBTQ+ ha vissuto episodi di discriminazione o esclusione, con impatti significativi sul benessere psicologico e sull’autostima.
Perché è importante chiedere aiuto?
Molti studenti esitano a rivolgersi a un professionista perché pensano che “non sia così grave” o perché temono di essere giudicati deboli. Altri ancora si impongono di farcela da soli, alimentando un senso di solitudine e frustrazione. Eppure, riconoscere il proprio disagio e cercare supporto è un atto di coraggio, non di fragilità. È un passo importante verso una maggiore consapevolezza di sé e verso il recupero del proprio equilibrio psicologico. Altri, per mancanza di informazioni o per sfiducia nei confronti dei servizi offerti.
Tuttavia, secondo i dati raccolti da Sapienza e ANVUR (2023), tra coloro che hanno intrapreso un percorso psicologico durante il percorso universitario, il 72% ha riportato un miglioramento significativo del proprio benessere, con effetti positivi anche sul rendimento accademico e sulle relazioni sociali.
Come può aiutare la psicoterapia?
La psicoterapia offre uno spazio sicuro, non giudicante, in cui esplorare pensieri, emozioni e vissuti interiori. Attraverso il dialogo con un professionista, lo studente può:
comprendere meglio le proprie emozioni e i propri meccanismi di pensiero;
riconoscere e interrompere schemi disfunzionali legati allo studio, alle relazioni o all’autostima;
imparare strategie concrete per gestire l’ansia, la pressione e i momenti di difficoltà;
riscoprire la motivazione, il senso del proprio percorso e le risorse interiori;
potenziare le capacità relazionali, comunicative e decisionali.
Alcuni atenei oggi offrono sportelli di ascolto psicologico gratuiti o a costi agevolati. Tuttavia, la domanda supera spesso l’offerta, motivo per cui è importante continuare a investire nella salute mentale degli studenti a livello sistemico.
Se sei uno studente universitario e senti che stai attraversando un momento difficile, sappi che non sei solo. Riconoscere il tuo bisogno è il primo passo verso un cambiamento possibile. Parlare con un professionista può offrirti nuovi strumenti per affrontare le sfide di oggi e prepararti con maggiore forza a quelle di domani.



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